USA minaccia il Brasile con sanzioni: escalation diplomatica e reazioni

Modificato da: Татьяна Гуринович

Le recenti dichiarazioni della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, hanno innescato un acceso dibattito nelle relazioni internazionali, con gli Stati Uniti che minacciano il Brasile con sanzioni e persino con l'uso della forza militare. Queste affermazioni, rilasciate martedì 9 settembre 2025, si inseriscono nel contesto del processo in corso contro Jair Bolsonaro presso la Corte Suprema Federale brasiliana.

Gli analisti internazionali hanno definito le parole della rappresentante statunitense come affrettate e prive di una strategia chiara. Carlos Poggio, professore di relazioni internazionali presso la PUC-SP, ha descritto la dichiarazione come "impetuosa" e infondata, suggerendo che la minaccia non debba essere presa sul serio. Poggio ha evidenziato come l'amministrazione Trump sia solita usare un linguaggio imprudente e che lo stesso Trump sia noto per minacce non mantenute. Secondo Poggio, la dichiarazione di Leavitt potrebbe derivare da una superficialità, definendola un'altra "affermazione vuota" dell'amministrazione Trump, e consiglia al governo brasiliano di ignorarla.

Il Ministero degli Affari Esteri brasiliano, l'Itamaraty, ha emesso una nota ufficiale in cui ripudia l'uso di sanzioni economiche o minacce militari contro la democrazia brasiliana, riaffermando che le istituzioni del paese non si lasceranno intimidire da tali attacchi alla sovranità nazionale.

Camila Rocha, Dottoressa in Scienze Politiche presso l'USP, ha invitato alla cautela, sottolineando che "nulla viene detto invano". Ha indicato che le risorse strategiche del Brasile potrebbero essere un punto di attrito e che la retorica sulla libertà di espressione potrebbe nascondere interessi economici e politici statunitensi nel paese. L'avvocato Pierpaolo Cruz Bottini, professore presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'USP, ha definito la minaccia di forza militare "inspiegabile" proveniente da una democrazia che difende la separazione dei poteri, asserendo che il Brasile non ha alcuna possibilità legale di cedere a tali pressioni e che è necessaria una soluzione diplomatica.

Gabriel Sampaio, direttore dell'ONG Conectas, ha enfatizzato la gravità della dichiarazione, considerandola un tentativo di attaccare l'indipendenza del potere giudiziario e la sovranità del Brasile. Paulo José Lara, co-direttore esecutivo dell'ONG Article 19, ha visto la minaccia come un ulteriore passo nelle azioni autoritarie dell'amministrazione Trump volte a destabilizzare il multilateralismo e l'ordine internazionale, esprimendo preoccupazione per il crescente molestar nella regione e mettendo in dubbio la legittimità della giustificazione statunitense riguardo alla libertà di espressione.

Le dichiarazioni di Karoline Leavitt e le successive reazioni riflettono una crescente tensione nelle relazioni diplomatiche tra Brasile e Stati Uniti. Carlos Gustavo Poggio ha definito le attuali relazioni tra Brasile e Stati Uniti come le peggiori della storia, evidenziando l'imposizione di tariffe del 50% sui prodotti brasiliani e le sanzioni contro il Ministro Alexandre de Moraes come parte di un'escalation della crisi diplomatica ed economica. Le azioni statunitensi, come le tariffe del 50% imposte ad agosto 2025, hanno avuto un impatto significativo sul commercio bilaterale, che nel primo semestre del 2025 ha raggiunto i 41,7 miliardi di dollari. L'amministrazione Trump ha dichiarato un'emergenza nazionale, citando le politiche brasiliane come una minaccia alla sicurezza nazionale, alla politica estera e all'economia degli Stati Uniti, invocando l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). Le sanzioni, applicate anche tramite il Global Magnitsky Human Rights Accountability Act, prendono di mira specificamente il Ministro Moraes, accusato di abuso di autorità giudiziaria. Il Brasile, attraverso il suo Ministero degli Esteri, ha respinto queste accuse, definendo le minacce come un tentativo di forze antidemocratiche di usare governi stranieri per fare pressione sulle istituzioni nazionali e ha ribadito la propria determinazione a non essere intimidito.

Fonti

  • Brasil 247

  • Folha de S. Paulo

  • ISTOÉ Independente

  • Rondônia Dinâmica

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