Il 16 ottobre 2025, a Bruxelles, l'Unione Europea ha formalmente approvato la Direttiva rivista sui rifiuti. Questo atto legislativo fondamentale introduce meccanismi obbligatori volti a ridurre drasticamente i volumi di sprechi alimentari e tessili in tutto il blocco comunitario. La decisione segna un momento cruciale nella politica ambientale regionale, spingendo gli Stati membri verso una profonda riconfigurazione dei modelli economici in direzione dell'economia circolare.
Il cuore della direttiva risiede nella definizione di obiettivi quantificabili e vincolanti. Per quanto riguarda gli sprechi alimentari, è stato stabilito l'obiettivo di una riduzione del 10% entro il 2030 nei settori della trasformazione e della produzione, prendendo come riferimento le medie annuali del periodo 2021–2023. Le richieste sono ancora più stringenti per la vendita al dettaglio, la ristorazione (HoReCa) e le famiglie: è prescritto un taglio del 30% pro capite, calcolato sullo stesso periodo base. Questi traguardi rappresentano i primi del loro genere fissati a livello comunitario e impongono una riconsiderazione dell'intero ciclo di vita dei prodotti alimentari.
Parallelamente, la direttiva introduce schemi obbligatori di Responsabilità Estesa del Produttore (REP) per i prodotti tessili e le calzature. Tale misura sposta l'onere finanziario della gestione dei rifiuti dai comuni direttamente su coloro che immettono i prodotti sul mercato. Il settore tessile genera un impressionante volume di 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti all'anno nell'UE, con solo un quinto di questi materiali raccolti separatamente per il riutilizzo o il riciclo. Le nuove norme mirano a catalizzare l'innovazione nel design e ad aumentare la responsabilità aziendale per l'intero ciclo di vita dei loro articoli. Le microimprese godranno di un anno aggiuntivo per conformarsi ai requisiti REP, mentre le imprese dell'economia sociale che si occupano della raccolta e del trattamento dei tessili secondari sono esentate dagli obblighi REP e possono istituire propri sistemi di raccolta gestiti tramite le organizzazioni di responsabilità del produttore.
La Commissione Europea si impegnerà a condurre una revisione approfondita dell'attuazione della direttiva entro il 2027. Questo esame servirà a comprendere meglio le cause profonde delle perdite e degli sprechi alimentari nella produzione primaria. La revisione valuterà anche la possibilità di adeguare gli obiettivi del 2030 e di stabilirne di nuovi per il periodo successivo, potenzialmente fino al 2035. Inoltre, la Commissione dovrà adottare norme di attuazione che tengano conto delle variazioni dei flussi turistici nel valutare la riduzione degli sprechi alimentari ottenuta dai singoli Stati membri.
Gli Stati membri dispongono ora di 20 mesi per recepire la direttiva nella legislazione nazionale. Per l'istituzione dei sistemi REP per tessili e calzature, il termine concesso è di 30 mesi. È fondamentale che essi designino le autorità competenti responsabili del coordinamento delle misure di prevenzione degli sprechi alimentari entro il 17 gennaio 2026 e che adattino i loro programmi nazionali di prevenzione degli sprechi alimentari in linea con le misure richieste entro il 17 ottobre 2027.
Questo cambio di rotta normativo, che si inserisce nel più ampio quadro delle riforme “verdi” e della Strategia dell'UE per i tessili sostenibili e circolari, è destinato non solo a ridurre l'inquinamento, ma anche ad agire da catalizzatore per il progresso tecnologico. La direttiva rafforza inoltre il contributo dell'UE al raggiungimento dell'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 12.3 e supporta l'attuazione del Piano d'azione per l'economia circolare. I dati pubblicati da ESTAT relativi al periodo 2020-2023 evidenziano volumi significativi di sprechi alimentari e l'assenza di una chiara tendenza alla diminuzione; per questo motivo, la direttiva rivista rappresenta un passo cruciale per riportare l'UE sulla strada del conseguimento degli obiettivi ambientali prefissati.