L'Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha espresso una ferma condanna nei confronti del piano di Israele di costruire migliaia di nuove unità abitative nell'area E1, situata tra l'insediamento di Ma'ale Adumim e Gerusalemme Est. L'ONU ha dichiarato che tale progetto viola il diritto internazionale e potrebbe esporre i palestinesi residenti nelle vicinanze al rischio di sfratti forzati, configurando un crimine di guerra.
Secondo l'Ufficio ONU, questa mossa frammenterebbe ulteriormente la Cisgiordania in enclavi isolate, minando gravemente la fattibilità di uno stato palestinese contiguo e sovrano. Il Ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha approvato il controverso progetto di insediamento, con l'intento dichiarato di "seppellire" l'idea di uno stato palestinese. Il piano prevede la costruzione di 3.401 abitazioni, rilanciando il progetto E1, a lungo in sospeso. Questo corridoio di 12 chilometri quadrati a nord-est di Gerusalemme Est è cruciale poiché la sua edificazione potrebbe effettivamente dividere la Cisgiordania in due, isolando Gerusalemme Est dal resto del territorio e impedendo la creazione di uno stato palestinese vitale.
La comunità internazionale, inclusi paesi come la Germania e l'Unione Europea, ha espresso forte disapprovazione. La Germania ha definito il piano una violazione del diritto internazionale, mentre l'UE ha avvertito che esso mina ulteriormente la soluzione a due stati. Il progetto E1, precedentemente congelato per decenni a causa della pressione internazionale, è considerato un ostacolo significativo alla pace. L'espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, dove circa 700.000 coloni israeliani risiedono tra 2,7 milioni di palestinesi, è vista dalla maggior parte delle potenze mondiali come illegale secondo il diritto internazionale, in particolare in violazione dell'articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra.
Nonostante le condanne, il governo israeliano procede con l'approvazione del piano, evidenziando una divergenza di vedute fondamentale riguardo alla legalità e alle implicazioni di tali sviluppi territoriali. La comunità internazionale continua a chiedere a Israele di cessare ogni attività di insediamento e di evacuare i coloni dai territori occupati, in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite e le opinioni della Corte Internazionale di Giustizia, che hanno più volte ribadito l'illegalità degli insediamenti e il loro impatto negativo sul processo di pace.