La comunità cristiana in Palestina, in particolare a Betlemme e in Cisgiordania, sta affrontando un periodo di profonde difficoltà, esacerbato dal conflitto in corso tra Israele e Hamas iniziato nell'ottobre 2023. Le prolungate ostilità hanno avuto un impatto devastante sulla vita quotidiana, generando tensioni sociali, insicurezza economica e un progressivo declino della presenza cristiana nella regione.
Betlemme, storicamente un fulcro per i pellegrinaggi cristiani, ha registrato un crollo drastico del turismo. Nel 2024, il numero di visitatori è precipitato da un picco pre-pandemia di circa 2 milioni all'anno nel 2019 a meno di 100.000. Questa contrazione ha lasciato le strade della città deserte e le attività commerciali in grave difficoltà. Le ripercussioni economiche sono significative, con il governatorato di Betlemme che perde circa 1,5 milioni di dollari al giorno a causa di questo declino, mettendo a dura prova famiglie e imprese che dipendono dal flusso turistico. Secondo dati del dicembre 2023, il settore turistico palestinese aveva subito perdite stimate per 200 milioni di dollari, con Betlemme che ne risentiva per il 60%.
La situazione della sicurezza è ulteriormente aggravata da episodi di violenza. Nel luglio 2025, leader cristiani hanno accusato coloni israeliani di aver attaccato siti sacri in Cisgiordania, tra cui un incendio vicino a una chiesa del V secolo. L'ambasciatore statunitense in Israele ha condannato fermamente l'attacco, definendolo un "atto di terrorismo". Questi incidenti, uniti a un clima generale di crescente insicurezza, contribuiscono a un senso di precarietà tra i residenti.
Le celebrazioni religiose tradizionali sono state anch'esse segnate dall'ombra del conflitto. Nel dicembre 2024, Betlemme ha vissuto un'altra Vigilia di Natale sommessa, e le celebrazioni pubbliche di Pasqua nell'aprile 2025 sono state annullate, con accuse di doppi standard rispetto ad altre festività. Questa atmosfera ha reso le festività un momento di riflessione e preoccupazione piuttosto che di gioia.
La combinazione di difficoltà economiche, preoccupazioni per la sicurezza e l'erosione delle pratiche tradizionali ha alimentato un aumento dell'emigrazione. Negli ultimi dodici mesi, quasi 500 famiglie hanno lasciato Betlemme in cerca di maggiore stabilità altrove. Questo esodo solleva interrogativi seri sul futuro della presenza cristiana in Terra Santa, una comunità che rappresenta un legame vivente con la storia e la fede della regione. Nonostante le sfide imponenti, la comunità cristiana palestinese dimostra una notevole resilienza, mantenendo una fede incrollabile e un profondo attaccamento al proprio patrimonio. Tuttavia, il futuro della loro presenza in Terra Santa rimane incerto, richiedendo un'attenzione e un sostegno continui da parte della comunità internazionale.