Le autorità russe hanno annunciato restrizioni parziali sulle chiamate vocali e video per le popolari piattaforme di messaggistica WhatsApp e Telegram. L'ente regolatore dei media e di internet, Roskomnadzor, ha giustificato questa mossa con la necessità di contrastare attività criminali come frodi, estorsioni e coinvolgimento in attività sovversive e terroristiche. Secondo le autorità, le piattaforme straniere sono diventate i principali canali per truffe telefoniche, estorsioni e reclutamento per attività terroristiche, e le richieste di contromisure da parte dei proprietari dei servizi sono state ignorate.
Le restrizioni, iniziate con segnalazioni di problemi già all'inizio di agosto, riguardano specificamente le chiamate vocali, sebbene alcuni utenti abbiano riportato interruzioni anche nelle funzionalità video. La riattivazione di queste funzioni è subordinata alla conformità delle piattaforme con la legislazione russa, comprese le richieste di accesso ai dati da parte delle forze dell'ordine. WhatsApp, con circa 96 milioni di utenti mensili in Russia, e Telegram, con oltre 89 milioni di utenti, hanno entrambi espresso il loro impegno nel combattere l'abuso delle loro piattaforme e nel garantire la sicurezza delle comunicazioni. WhatsApp ha dichiarato di opporsi ai tentativi governativi di violare il diritto alla comunicazione sicura, mentre Telegram ha sottolineato la rimozione quotidiana di milioni di contenuti dannosi.
Questa iniziativa si allinea con la spinta della Russia verso la "sovranità digitale", un piano che mira a ridurre la dipendenza da servizi stranieri e a promuovere l'adozione di alternative interne. In questo contesto, è stata lanciata MAX, un'app di messaggistica nazionale sviluppata da VK, la cui registrazione ha superato i 2 milioni di utenti a luglio 2025. MAX è progettata per essere una "super app", simile a WeChat, integrando funzioni di messaggistica con servizi governativi, pagamenti e identità digitale. L'obiettivo è incoraggiare istituzioni statali e aziende a migrare verso MAX, riducendo così l'influenza delle aziende tecnologiche estere. Le autorità russe hanno storicamente mostrato una tendenza a esercitare un controllo più stretto sull'internet, implementando leggi restrittive e bloccando piattaforme che non si conformano.