Putin aperto all'incontro con Zelensky a Mosca a condizioni specifiche, mentre le alleanze globali si spostano alla parata per l'anniversario della Seconda Guerra Mondiale in Cina

Modificato da: Татьяна Гуринович

Il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato la sua disponibilità a incontrare il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Mosca, ma solo a condizione che vengano soddisfatti specifici requisiti per un dialogo produttivo. Questa posizione emerge in un contesto di significative ripercussioni geopolitiche, con la partecipazione di Putin a una parata militare a Pechino, affiancato dal leader nordcoreano Kim Jong Un, evento che ha evidenziato un'evoluzione delle alleanze internazionali.

Putin ha delineato le sue condizioni per un potenziale incontro con Zelensky, tra cui la revoca della legge marziale in Ucraina, lo svolgimento di elezioni e l'indizione di un referendum sulle questioni territoriali. Queste richieste si inseriscono nel quadro delle rivendicazioni territoriali russe, che includono l'annessione di quattro regioni ucraine nel 2022, un'azione non riconosciuta a livello internazionale. Zelensky ha ripetutamente cercato un dialogo diretto con Putin per una soluzione pacifica, con l'ex Presidente statunitense Donald Trump che si è offerto come mediatore. Tuttavia, il Cremlino ha in passato espresso dubbi sulla legittimità di Zelensky e citato decreti che impediscono negoziati diretti.

L'evento che ha fatto da cornice a queste dichiarazioni è stata la parata militare tenutasi a Pechino il 2 settembre 2025, in commemorazione dell'ottantesimo anniversario della sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale. La presenza congiunta di Putin e Kim Jong Un, la prima apparizione pubblica dei due leader insieme, è stata interpretata come un segnale di alleanze internazionali in evoluzione e una potenziale sfida all'ordine mondiale guidato dagli Stati Uniti. Trump ha commentato l'evento, suggerendo un'alleanza tra i leader e accusandoli di "cospirare contro gli Stati Uniti", un'affermazione che il Cremlino ha definito ironica.

L'allineamento strategico tra Cina, Russia e Corea del Nord sta ridisegnando le dinamiche di potere globali. Questa partnership trilaterale, rafforzata da un trattato di mutua difesa tra Russia e Corea del Nord firmato nel 2024 e dal peso economico della Cina, sta destabilizzando le catene di approvvigionamento e intensificando i rischi per la sicurezza regionale. L'economia cinese, che gestisce il 98% del commercio estero della Corea del Nord, facilita l'elusione delle sanzioni, mentre il commercio sino-russo, ormai condotto per il 90% in yuan e rubli, accelera la de-dollarizzazione.

In Ucraina, la legge marziale in vigore impedisce lo svolgimento di elezioni e referendum, rendendo impraticabile la convocazione di consultazioni popolari finché la situazione di conflitto persiste. Le elezioni presidenziali e parlamentari sono state posticipate, con la maggior parte dei cittadini ucraini che non supporta la loro tenuta durante la guerra, citando rischi per la sicurezza e la difficoltà di garantire un voto equo per i cittadini sfollati o al fronte. La possibilità di tenere elezioni o referendum è strettamente legata alla revoca della legge marziale, un passo che potrebbe indebolire le capacità difensive dell'Ucraina.

Questi sviluppi riflettono un mondo in cui le alleanze tradizionali vengono rimesse in discussione e emergono nuove configurazioni di potere. La crescente cooperazione tra nazioni con un orientamento critico verso l'Occidente, come Russia, Iran e Corea del Nord, insieme all'espansione del blocco BRICS, indica una lenta ma definitiva trasformazione delle dinamiche globali. L'interconnessione tra questi eventi – dalla diplomazia tra Russia e Ucraina alle manovre geopolitiche in Asia – suggerisce un panorama internazionale in cui la cooperazione e la competizione si intrecciano, offrendo spunti di riflessione sulle traiettorie future dell'ordine mondiale.

Fonti

  • Daily Mail Online

  • Reuters

  • Financial Times

  • Reuters

  • France 24

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