Gli Stati Uniti hanno annunciato l'entrata in vigore di nuovi dazi doganali a partire dal 7 agosto 2025.
Le nuove tariffe, che variano dal 10% al 41%, colpiscono 68 paesi e l'Unione Europea. L'amministrazione Trump ha motivato queste misure con la necessità di affrontare squilibri commerciali.
Tra i paesi più colpiti figurano Siria, Laos e Myanmar, con dazi del 40% o superiori. Il Canada dovrà affrontare un dazio del 35%, mentre il Brasile sarà soggetto a un dazio del 50%. L'India dovrà affrontare un dazio del 25%. Taiwan dovrà affrontare un prelievo del 20%. La Svizzera sarà soggetta a un dazio del 39%.
Secondo la Yale Budget Lab, il nuovo regime tariffario porta l'onere fiscale sulle importazioni al 18,3%, il livello più alto dal 1934. Si prevede che le tariffe aumenteranno i prezzi al consumo dell'1,8% nel breve periodo, il che equivale a una perdita di reddito di 2.400 dollari per famiglia in media nel 2025.
Gli economisti concordano ampiamente sul fatto che l'impatto delle tariffe finora attuate non si è fatto sentire completamente. Un'analisi pubblicata da BBVA Research ha stimato che anche il livello attuale dei dazi statunitensi potrebbe rallentare la crescita economica e ridurre il prodotto interno lordo (PIL) globale dello 0,5% nel breve termine e di oltre il 2% nel medio termine.