Colloqui sul trattato globale della plastica si bloccano tra profonde divisioni sulla produzione

Modificato da: Татьяна Гуринович

I colloqui per un trattato globale sull'inquinamento da plastica hanno subito una battuta d'arresto a causa di profonde divergenze tra le nazioni riunite a Ginevra. La bozza di testo recentemente diffusa è stata accolta con disapprovazione, evidenziando divisioni significative sulla necessità di limitare la produzione di plastica e regolamentare le sostanze chimiche pericolose.

La bozza, presentata dal presidente del comitato negoziale intergovernativo, Luis Vayas Valdivieso, è stata criticata per la sua presunta mancanza di ambizione. L'Unione Europea l'ha definita "inaccettabile" per l'assenza di "misure chiare, robuste e attuabili", mentre il Kenya ha sottolineato la mancanza di "obblighi globali vincolanti". La bozza omette termini cruciali come "sostanze chimiche", "emissioni", "clima", "combustibili fossili" e "plastiche monouso", secondo la delegazione keniota.

Le nazioni sono divise tra chi promuove strategie onnicomprensive e chi predilige la gestione dei rifiuti. Paesi come Arabia Saudita, Russia e Iran, raggruppati nel Blocco dei Paesi Affini, sostengono un trattato focalizzato sulla gestione dei rifiuti piuttosto che sulle restrizioni alla produzione. Gli Stati Uniti, un importante produttore di polimeri plastici, si oppongono ai limiti di produzione globali, favorendo la "discrezione a livello nazionale".

Gli ambientalisti lanciano un appello all'urgenza. Il World Wide Fund for Nature (WWF) ha avvertito che il fallimento nel forgiare un accordo significativo porterebbe a "più danni, più sofferenze". Greenpeace ha chiesto una riduzione della produzione di plastica del 75% entro il 2040. Le organizzazioni evidenziano l'impatto devastante della plastica sugli ecosistemi marini, con circa 100.000 mammiferi marini che muoiono annualmente a causa dell'inquinamento da plastica e tutte e sette le specie di tartarughe marine colpite negativamente dai detriti plastici.

Lo stallo evidenzia la complessa interazione tra interessi nazionali, dipendenze economiche e imperativi ambientali. La presenza di lobbisti industriali complica ulteriormente il percorso verso una risoluzione unificata. La sfida principale rimane l'armonizzazione di questi interessi divergenti per tracciare un percorso che riconosca l'interconnessione tra benessere globale, integrità ecologica e vitalità economica.

L'esito di queste deliberazioni rimane incerto, con la scadenza dei colloqui fissata per il 14 agosto 2025.

Fonti

  • Al Jazeera Online

  • Al Jazeera

  • Associated Press

  • Financial Times

  • Associated Press

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