Le navi cisterna per il gas naturale liquefatto (GNL) russe, parte della cosiddetta "flotta ombra", hanno ripreso i loro viaggi dall'impianto Arctic LNG 2 verso l'Asia, navigando lungo la Rotta del Mare del Nord. Le navi Iris e Voskhod, precedentemente note come North Sky e North Mountain, hanno iniziato i loro viaggi il 15 agosto 2025, dopo essere rimaste ferme per diverse settimane. Questa ripresa delle operazioni rappresenta una sfida diretta all'efficacia delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti contro le esportazioni energetiche russe.
Il progetto Arctic LNG 2, gestito da Novatek, ha incontrato notevoli ostacoli a causa delle sanzioni occidentali introdotte in seguito al conflitto in Ucraina. Queste misure hanno interrotto le rotte commerciali, portando a una riduzione delle esportazioni energetiche russe verso l'Europa e a una riallocazione delle spedizioni di GNL verso i mercati asiatici. Le sanzioni statunitensi, intensificate nel gennaio 2025, hanno preso di mira produttori di petrolio russi, compagnie di navigazione e funzionari energetici, con l'obiettivo di limitare le entrate della Russia. Nonostante queste pressioni, la ripresa dei viaggi delle petroliere indica la capacità della Russia di adattarsi e continuare le sue esportazioni di energia. Le esportazioni di petrolio e condensati russi hanno subito un riorientamento significativo, con l'Europa che ha visto la sua quota diminuire drasticamente dal 51% nel 2020 all'11% nella prima metà del 2025. Al contrario, l'Asia e l'Oceania sono diventate i principali acquirenti, rappresentando l'81% delle esportazioni russe nel 2024. Cina e India sono emerse come i maggiori importatori, con le importazioni indiane che sono aumentate da 50.000 barili al giorno nel 2020 a 1,7 milioni di barili al giorno nel 2024. Questa riallocazione delle rotte commerciali è una risposta diretta alle sanzioni imposte dopo l'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022. La questione dell'efficacia delle sanzioni come strumento di leva diplomatica nei confronti della Russia rimane complessa. Sebbene le sanzioni abbiano avuto un impatto sulle esportazioni energetiche russe, in particolare sul gas naturale, la Russia è stata in gran parte in grado di mantenere le sue esportazioni di petrolio riorientando il commercio verso l'Asia e utilizzando catene di approvvigionamento alternative e petroliere "ombra" per eludere le sanzioni. L'Unione Europea ha imposto un diciottesimo pacchetto di sanzioni a metà 2025, inasprendo i limiti di prezzo e le restrizioni all'importazione. Nonostante questi ostacoli, le esportazioni di combustibili fossili russi sono aumentate in volume, sebbene i ricavi siano diminuiti a causa dei limiti di prezzo e degli sconti. La complessità dell'applicazione delle sanzioni è ulteriormente evidenziata dall'aumento della quota di petroliere G7+ nella spedizione di petrolio russo, passata dal 35% all'inizio del 2025 al 56% entro giugno. Questo scenario sottolinea la continua interazione tra geopolitica ed esigenze energetiche globali, con la Russia che dimostra resilienza attraverso l'adattamento logistico e il pivot verso i mercati asiatici, influenzando così i prezzi globali e la stabilità dell'offerta.