Quinto Raid Navale USA Contro Narcotraffico al Largo del Venezuela: Trump Intensifica la Pressione
Modificato da: Tatyana Hurynovich
Il 14 ottobre 2025, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ordinato il quinto intervento militare diretto contro un'imbarcazione sospettata di traffico di stupefacenti al largo delle coste venezuelane. L'azione cinetica ha portato alla neutralizzazione dell'obiettivo e alla morte di sei individui identificati come narcotrafficanti. Questa operazione si inserisce in una strategia più ampia dell'amministrazione Trump volta a smantellare le reti di narcotraffico che Washington collega strettamente al regime di Nicolás Maduro, dipinto come il vertice del presunto "Cartel de los Soles".
L'attacco è stato preceduto dalla diffusione di un filmato in bianco e nero che mostrava la distruzione totale dell'unità navale bersaglio tramite l'uso di un missile, un chiaro segnale della determinazione americana. Con questa ultima vittima, il bilancio totale delle persone uccise in questa serie di azioni militari nella regione è salito a 27. Questa escalation segue di poco l'ordine di Trump, risalente a settembre 2025, di sospendere tutti i contatti diplomatici con il governo di Caracas, una mossa che ha interrotto i tentativi negoziali precedentemente condotti dall'inviato speciale Richard Grenell.
La risposta del regime venezuelano, guidato da Maduro, è stata di veemente condanna. Le autorità di Caracas hanno respinto le accuse, interpretando le mosse militari di Washington come un pretesto per innescare un cambio di guardia al potere nella nazione sudamericana. Le tensioni sono ulteriormente aggravate dalla presenza militare statunitense nei Caraibi, che Caracas considera una minaccia alla propria sovranità, nonostante la giustificazione ufficiale statunitense incentrata sulla lotta al narcotraffico e al narcoterrorismo.
L'intensificazione delle operazioni, che a ottobre 2025 ha incluso anche un monito esplicito sull'aumento della sorveglianza sulle vie di traffico terrestre venezuelane dopo intercettazioni di successo nei Caraibi, solleva interrogativi sulla stabilità regionale. L'uso di forza letale in operazioni anti-droga, sebbene giustificato dalla lotta al crimine organizzato, è visto da analisi esterne come un potenziale innesco di cicli di ritorsione. La retorica politica di Trump, che inquadra queste operazioni nella "sicurezza nazionale" contro i "nemici esterni", trasforma la lotta al narcotraffico in una questione di difesa patriottica, mobilitando il consenso interno.
La dinamica attuale suggerisce una fase di massima frizione, dove la diplomazia è stata sostituita da dimostrazioni di forza. Mentre le autorità statunitensi sottolineano la necessità di strangolare economicamente le reti criminali identificate tramite sanzioni e intercettazioni, la militarizzazione delle acque internazionali pone la regione di fronte a un bivio critico per la gestione delle controversie internazionali.
Fonti
Deutsche Welle
El País
El Universal
Vanguardia
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