Il Giappone inaugura l'era dell'idrogeno nella propulsione navale con test a terra di successo
Modificato da: an_lymons
Una svolta epocale si è verificata nel settore dei trasporti marittimi in Giappone: si sono conclusi con successo i primi test a terra al mondo su motori navali alimentati a idrogeno. Questa dimostrazione, ospitata presso gli stabilimenti della Japan Engine Corporation, ha fornito una prova tangibile della stabilità della combustione dell'idrogeno in unità motrici specificamente ingegnerizzate per la prossima generazione di navi a emissioni zero. Per supportare l'operazione, è stato implementato un sistema innovativo per l'alimentazione di idrogeno liquefatto, evidenziando il forte impegno della nazione asiatica verso una profonda trasformazione tecnologica in risposta alla crescente urgenza globale di sostenibilità ambientale.
La campagna di prova ha coinvolto un ampio spettro di sistemi di propulsione essenziali per la navigazione moderna. Questi includevano motori a due tempi per la spinta principale, macchine ausiliarie a media velocità e generatori primari destinati alle imbarcazioni con propulsione elettrica. Le aziende Kawasaki e Yanmar hanno confermato che i loro motori a quattro tempi a media velocità sono riusciti a mantenere una combustione stabile dell'idrogeno operando alla potenza nominale richiesta. Guardando al futuro, Japan Engine Corporation ha già programmato per la primavera del 2026 l'avvio operativo del primo motore a idrogeno a due tempi a bassa velocità. Questo progetto di vasta portata vede la collaborazione di giganti industriali quali Kawasaki Heavy Industries, Yanmar Power Solutions e Japan Engine Corporation. L'intera iniziativa è gestita sotto l'egida dell'Organizzazione per lo Sviluppo di Nuove Tecnologie Industriali ed Energetiche (NEDO) e rientra nei programmi governativi del “Green Innovation Fund”.
Questo significativo progresso tecnologico si colloca in un contesto di inasprimento delle normative internazionali volte alla riduzione delle emissioni nel comparto marittimo. L'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) ha fissato l'obiettivo ambizioso di raggiungere emissioni nette zero di gas serra entro il 2050. Attualmente, il trasporto via mare è responsabile di circa il 3% delle emissioni globali, una quota paragonabile a quella generata da paesi come la Germania. In linea con la strategia nazionale del Giappone di conseguire la neutralità carbonica entro il 2050, il fondo NEDO sta investendo risorse considerevoli – circa 2 trilioni di yen (equivalenti a 13 miliardi di dollari USA) – nello sviluppo di tecnologie di decarbonizzazione all'avanguardia.
I leader del progetto, tra cui Kei Nomura di Kawasaki Heavy Industries, sottolineano che l'idrogeno liquefatto è un elemento fondamentale per la costruzione di un futuro energetico resiliente, sfruttando le competenze già maturate nella catena di approvvigionamento dell'idrogeno. Il successo dei test convalida la praticabilità dell'idrogeno liquefatto come carburante navale, nonostante le sfide persistenti legate al suo stoccaggio e alla complessa distribuzione. L'adozione di una configurazione bi-combustibile nei motori esaminati attenua parzialmente i timori relativi alla ridondanza operativa e alla sicurezza. Tuttavia, la piena riuscita di questa transizione dipenderà dalla capacità di superare ostacoli infrastrutturali di portata più ampia, in particolare quelli connessi alla logistica e all'approvvigionamento globale dell'idrogeno necessario per alimentare la flotta mondiale.
Fonti
ESG News
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Fuel Cells Works
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