Brandi Carlile, artista pluripremiata con ben undici Grammy Awards, ha recentemente svelato il suo ottavo album in studio, intitolato Returning To Myself. La pubblicazione, avvenuta il 24 ottobre 2025, segna il primo lavoro solista della cantautrice dopo un intervallo di quattro anni e rappresenta una significativa svolta nella sua evoluzione artistica.
Dopo l'uscita di In These Silent Days nel 2021, un disco caratterizzato da profonde rivelazioni e dalla ricerca di quiete interiore, Carlile si rivolge ora a una dimensione differente: quella della ricongiunzione con il proprio io, un ritorno all'origine da cui scaturisce la voce autentica.
Una Nuova Topografia Sonora
Se le produzioni precedenti dell'artista tendevano a gravitare verso il country e le sonorità folk americane, Returning To Myself dischiude un universo acustico inedito. È un’opera intima e trasparente, eppure satura di luce interiore. Le chitarre aggressive lasciano spazio a morbidi sintetizzatori e tastiere, creando un’atmosfera che evoca un respiro profondo e raccolto.
Alla realizzazione di questo progetto hanno partecipato figure di spicco come Aaron Dessner, Justin Vernon e Andrew Watt, nomi che incarnano integrità e profondità musicale. Il loro meticoloso lavoro di produzione non soffoca affatto la voce inconfondibile di Carlile; al contrario, ne esalta ogni sfumatura. Hanno saputo bilanciare sapientemente gli arrangiamenti, permettendo alla sua performance vocale di spaziare dalla fragilità più delicata, quasi sussurrata, a una potenza esplosiva e inarrestabile, dimostrando una sinergia creativa notevole.
Il brano “Church & State” si configura come un inno alla lotta e alla successiva pacificazione interiore. La sua grandiosità sonora richiama in parte i classici di The Joshua Tree. Parallelamente, “Human”, destinato a diventare il fulcro del prossimo tour, è un vero e proprio manifesto sull'umanità, dove la forza emerge proprio attraverso l'accettazione della vulnerabilità.
L'album si addentra profondamente nell'esplorazione dello spazio complesso che intercorre tra la libertà personale e il bisogno di intimità, tra l'autonomia individuale e il riconoscimento dell'interdipendenza reciproca che lega gli esseri umani. È una riflessione matura sul concetto di "casa" non come luogo fisico, ma come stato emotivo.
Questo tema viene cristallizzato nella traccia che dà il titolo all'album, dove Carlile pone una domanda esistenziale e provocatoria, tipica della sua onestà lirica: «Perché la disconnessione è considerata eroica?».
E subito dopo offre la sua risoluzione, un concetto fondamentale per l'intero disco, affermando che «Tornare a me stessa è semplicemente il mio ritorno a te». Questo è il riconoscimento commovente e cruciale che il cammino verso la realizzazione personale e il "ritorno a casa" non può prescindere dalla presenza e dal supporto di coloro che ci sono stati accanto. Il vero ritorno, dunque, non si compie in un isolamento eroico, bensì nella piena accettazione della mutualità e della connessione.
La composizione “Joni” rappresenta un tenero e rispettoso omaggio a Joni Mitchell, una musa il cui ritorno sulle scene è stato facilitato dalla stessa Carlile.
Il Polso della Musica dal Vivo
Ispirata dalla sua nuova fatica discografica, Brandi Carlile si sta preparando per The Human Tour 2026. Questa tournée toccherà sia il Nord America che l'Europa, promettendo al pubblico non un semplice concerto, ma un'esperienza collettiva di partecipazione e condivisione.
La cantante mantiene inoltre viva la tradizione dei festival dedicati alle donne, come il Girls Just Wanna Weekend. L'evento, che si terrà in Messico nel gennaio 2026, vedrà salire sul palco, oltre alla stessa Carlile, artisti del calibro di Sam Smith e The Chicks.
Nonostante l'entusiasmo per gli eventi dal vivo, l'attenzione principale rimane focalizzata su Returning To Myself—un album in cui il suono si trasforma in uno specchio fedele e la canzone diventa la via maestra per tornare a casa.
