Princess Polly Ottiene la Certificazione B Corp: Un Dibattito sulla Sostenibilità nella Moda Veloce

Modificato da: Екатерина С.

Il marchio di moda australiano-americano Princess Polly ha recentemente ottenuto la certificazione B Corp, un riconoscimento che attesta l'impegno dell'azienda verso la responsabilità sociale e ambientale. Questo traguardo ha innescato un acceso dibattito sull'effettiva compatibilità tra i modelli di business della "fast fashion" e gli standard di sostenibilità.

La certificazione B Corp, gestita dall'organizzazione non profit B Lab, valuta le aziende in base a rigorosi criteri di performance sociale e ambientale, responsabilità e trasparenza. Per qualificarsi, un'azienda deve raggiungere un punteggio minimo di 80 su 200 nel B Impact Assessment. Princess Polly ha ottenuto un punteggio di 86.8, che riflette il suo impegno in aree quali la governance, il trattamento dei lavoratori, l'impatto ambientale e il benessere dei clienti. L'azienda ha implementato diverse iniziative di sostenibilità, tra cui l'approvvigionamento di circa il 30% dei nuovi arrivi da materiali a minor impatto ambientale, come il cotone biologico e il poliestere riciclato. Nel 2023, Princess Polly ha deviato il 57% dei propri rifiuti dalle discariche nei suoi uffici e centri di distribuzione in Australia e negli Stati Uniti, e ha installato pannelli solari presso la sua sede centrale in Australia. L'azienda si è posta obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas serra, con l'obiettivo di ridurre le emissioni Scope 1 e 2 del 42% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020. La strategia di Princess Polly include anche l'uso di materiali a minor impatto, con l'obiettivo che il 100% dei suoi prodotti sia realizzato con tali materiali entro il 2030. L'azienda ha inoltre introdotto un programma di moda guidato dalla domanda, che produce capi 3-6 settimane prima del lancio per rispondere meglio alle esigenze dei consumatori, preservando i materiali e prevenendo la sovrapproduzione.

Tuttavia, alcuni commentatori del settore sollevano interrogativi sulla reale compatibilità dei cicli di produzione rapidi e del frequente lancio di nuovi arrivi, tipici della fast fashion, con gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine. L'industria della moda, nel suo complesso, è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di CO2 e del 20% delle acque reflue. Nonostante gli sforzi di Princess Polly, critici come esperti della RMIT University sottolineano che un modello di business basato sulla sovrapproduzione e sul consumo eccessivo sia intrinsecamente insostenibile. Essi suggeriscono che la certificazione B Corp, sebbene rigorosa, potrebbe essere utilizzata come strumento di marketing, sollevando preoccupazioni sulla sua credibilità quando applicata a marchi di fast fashion. B Lab riconosce queste discussioni, enfatizzando l'importanza della trasparenza e del miglioramento continuo all'interno della comunità B Corp. Le nuove normative che entreranno in vigore nel 2025 richiederanno alle aziende di soddisfare requisiti minimi più stringenti in sette aree chiave, tra cui l'azione per il clima, la gestione ambientale e la circolarità. Nonostante questi passi, la qualità dei prodotti di Princess Polly è stata oggetto di recensioni contrastanti, e la sua dipendenza da materiali sintetici vergini rimane una preoccupazione per alcuni osservatori. La certificazione B Corp, quindi, rappresenta un punto di svolta che invita a una riflessione più profonda sul percorso verso una moda veramente sostenibile.

Fonti

  • The Guardian

  • Nasdaq

  • B Lab Global

  • Princess Polly B Corp Certification

  • Elexyfy

  • B Corp Community

  • Good On You

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