Rocce Antiche del Mantello Rivelano Impronte Chimiche dello Stato Primordiale della Terra
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I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), insieme ai loro collaboratori, hanno reso nota una scoperta di profonda importanza il 14 ottobre 2025. Questa rivelazione suggerisce che la violenta formazione della Terra non fu un evento di annientamento totale come si era precedentemente ipotizzato. Il team ha identificato firme chimiche all'interno di rocce del mantello estremamente antiche che sembrano essere reliquie dirette della primissima incarnazione del pianeta, la cosiddetta "proto-Terra". Questa innovazione offre una prospettiva senza precedenti sulla composizione originaria del nostro mondo, mettendo in discussione la convinzione di lunga data secondo cui lo stato iniziale del pianeta fu completamente cancellato durante i cataclismi formativi.
Il gruppo investigativo ha concentrato la propria analisi su campioni geologici profondi, meticolosamente recuperati da antichi terreni situati in Groenlandia, Canada e Hawaii. Il loro esame rigoroso ha permesso di isolare un marcatore chimico distintivo: un notevole deficit nell'isotopo potassio-40. Questo squilibrio isotopico si discosta significativamente dai rapporti attesi che si riscontrano nella maggior parte della materia terrestre contemporanea, implicando fortemente la presenza di materiale che precede i principali eventi di rimodellamento del pianeta. Raggiungere tale intuizione ha richiesto una maestria tecnica eccezionale, che ha comportato la dissoluzione di campioni di roccia polverizzata in acido e la misurazione dei rapporti isotopici tramite uno spettrometro di massa ad alta sensibilità.
La conseguente scarsità di potassio-40 suggerisce che, anche dopo l'impatto colossale che portò alla formazione della Luna, minuscole porzioni dei mattoni originali della Terra sono riuscite a persistere, protette in profondità all'interno del mantello. Questa prova si pone in diretta opposizione al modello dominante che postulava la distruzione totale della proto-Terra durante l'impatto gigante. Indica invece una storia più sfumata, dove gli elementi fondamentali sono sopravvissuti al crogiolo cosmico. Questa scoperta fornisce dati empirici cruciali per affinare i modelli di accrescimento planetario e le dinamiche iniziali del nostro sistema solare.
Ulteriore contesto sulla turbolenta giovinezza della Terra proviene da studi geofisici correlati. Gli scienziati hanno precedentemente identificato due immense e dense anomalie in profondità sotto l'Oceano Pacifico e l'Africa, note come Large Low-Velocity Provinces (LLVPs). Si ipotizza che queste siano resti di Theia, il corpo massivo la cui collisione con la Terra primordiale si ritiene abbia generato la Luna. Le LLVPs rallentano le onde sismiche, inserendo la nuova scoperta della proto-Terra nel quadro più ampio delle collisioni cosmiche che hanno plasmato il sistema Terra-Luna. Separatamente, una ricerca pubblicata su Nature Communications ha stabilito che il nucleo terrestre ospita circa il 3,8% di carbonio, una componente che potrebbe aver influenzato sostanzialmente la cristallizzazione dello strato più interno del pianeta.
Collettivamente, queste linee di indagine convergenti – le tracce conservate della proto-Terra, le LLVPs e la composizione del nucleo – elevano la comprensione della lunga e complessa evoluzione terrestre. Il gruppo di ricerca sta già pianificando la fase successiva di esplorazione, con l'intenzione di prelevare campioni da hotspot vulcanici in vari continenti per mappare i depositi nascosti del mantello e chiarire le straordinarie origini cosmogoniche della Terra. Il rigore metodologico impiegato in questo studio iniziale, che utilizza la spettrometria di massa avanzata per individuare sottili anomalie isotopiche, rappresenta un risultato significativo che sposta fondamentalmente le prospettive sull'accrescimento planetario successivo a impatti massivi.
Fonti
MoneyControl
MIT finds traces of a lost world deep within planet Earth
Scientists Discovered a Lost Planet Hidden Deep Inside Earth’s Mantle
Scientists Discover the Hidden Ingredient That Helped Form Earth’s Inner Core
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