Una nuova teoria rivoluzionaria suggerisce che le onde gravitazionali, piuttosto che particelle ipotetiche come gli inflatoni, siano la forza primaria responsabile dell'espansione dell'universo e della distribuzione della materia. Questa prospettiva, pubblicata su Physical Review Research, propone un'alternativa ai modelli cosmologici consolidati.
La ricerca, guidata da Raúl Jiménez dell'Università di Barcellona, ipotizza che le onde gravitazionali, originate da perturbazioni tensoriali nello spaziotempo, possano generare fluttuazioni di densità nel plasma primordiale. Queste fluttuazioni sarebbero la causa della formazione delle prime stelle, galassie e buchi neri, guidando attivamente l'espansione cosmica. A differenza dei modelli precedenti che attribuivano questa rapida espansione post-Big Bang alle particelle inflatone, la cui esistenza non è stata ancora provata, la nuova teoria utilizza principi fisici già noti e osservabili. Le onde gravitazionali, pur essendo deboli, sono onnipresenti e la loro propagazione causa un aumento della lunghezza d'onda, simile al redshift cosmologico della luce. Osservazioni come quelle del segnale GW170104 hanno già mostrato questo effetto, confermando che le onde gravitazionali portano informazioni sull'espansione cosmica. Sebbene siano necessarie ulteriori conferme sperimentali, questa teoria apre nuove prospettive sulla comprensione delle origini dell'universo, suggerendo che gravità e meccanica quantistica potrebbero essere sufficienti a spiegare la struttura del cosmo senza ricorrere a elementi ipotetici.