L'uragano Erin si è indebolito a una tempesta di Categoria 3, con venti massimi sostenuti di 125 mph (205 km/h), dopo aver raggiunto in precedenza l'intensità di Categoria 5 con venti di picco di 160 mph (257 km/h) il 16 agosto. Nonostante questo indebolimento, la tempesta rimane una minaccia considerevole, con una dimensione in rapida crescita che estende la sua influenza su un'area più vasta. Al 17 agosto, Erin si trovava a circa 330 miglia a est-sud-est di Grand Turk Island, muovendosi verso ovest-nord-ovest. Si prevede una virata verso nord nei prossimi giorni, con la tempesta che dovrebbe passare a est delle Isole Turks e Caicos e delle Bahamas sud-orientali. Le bande esterne dell'uragano hanno già portato piogge intense e venti di forza da tempesta tropicale a Porto Rico e alle Isole Vergini, causando interruzioni di corrente e cancellazioni di voli. Più di 147.000 clienti sono rimasti senza elettricità a Porto Rico a causa delle bande esterne di Erin, e oltre 20 voli sono stati cancellati. La traiettoria prevista manterrà la tempesta a una distanza di almeno 400-500 miglia dalla Florida, ma si prevede che genererà onde significative lungo la costa della Florida, con onde che potrebbero raggiungere altezze superiori alla testa tra martedì e giovedì, con il picco mercoledì.
Storicamente, la stagione degli uragani nell'Atlantico vede in media 14 tempeste nominate, di cui 7 diventano uragani e 3 uragani maggiori (Categoria 3 o superiore). La stagione più attiva registrata è stata quella del 2020, con 30 cicloni tropicali nominati, mentre la stagione 2005 ha avuto il record di 15 uragani. Il picco dell'attività stagionale si verifica tipicamente a metà settembre. Il precursore di Erin ha causato gravi inondazioni a Capo Verde, provocando almeno nove vittime e lo sfollamento di circa 1.500 residenti, evidenziando la natura imprevedibile e distruttiva dei sistemi meteorologici tropicali. Le aree costiere sono particolarmente vulnerabili agli impatti degli uragani, che includono erosione delle spiagge, distruzione delle dune e inondazioni, con la crescente urbanizzazione delle zone costiere che aumenta ulteriormente il rischio per le proprietà e le infrastrutture.