Il 30 giugno 2025, la regione dei Campi Flegrei, un'area vulcanica a nord-ovest di Napoli, è stata scossa da un terremoto di magnitudo 4.6. L'epicentro del sisma è stato localizzato a Bacoli, a una profondità di circa 4 chilometri. Le scosse sono state avvertite distintamente in diversi quartieri di Napoli, causando notevoli disagi alla rete ferroviaria occidentale dell'area metropolitana.
In seguito all'evento, le autorità hanno sospeso precauzionalmente il servizio sulle linee ferroviarie Cumana e Circumflegrea. Per garantire la mobilità dei pendolari, sono stati attivati servizi sostitutivi tramite autobus. Questo terremoto si inserisce in un contesto di crescente attività sismica nell'area dei Campi Flegrei, caratterizzata da sollevamenti del suolo e un aumento degli eventi sismici registrati a partire dal 2018.
La regione ha una storia geologica complessa, con periodi di intensa attività sismica, come quello tra il 1983 e il 1984, e l'ultima eruzione documentata nel 1538. L'Osservatorio Vesuviano, parte dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), monitora costantemente questi fenomeni. L'evento del 30 giugno è stato il più forte registrato nella regione negli ultimi 40 anni, riaccendendo l'attenzione sulla necessità di strategie di monitoraggio e preparazione.
Sebbene il terremoto non abbia causato danni segnalati, l'incremento dell'attività sismica, con circa 3.000 tremori registrati nella regione di Napoli nei sei mesi precedenti, sottolinea l'importanza della vigilanza continua. Il governo italiano ha stanziato 52,2 milioni di euro per un piano di protezione della popolazione e delle infrastrutture nei Campi Flegrei, che include test di stress sugli ospedali e simulazioni di evacuazione, dimostrando un approccio proattivo nella gestione dei rischi intrinseci dell'area.