Ondata di Calore Nordica Intensificata dal Cambiamento Climatico

Modificato da: Tetiana Martynovska 17

Un'ondata di calore di due settimane che ha colpito Norvegia, Svezia e Finlandia nel luglio 2025 è stata resa circa 2°C più calda e almeno dieci volte più probabile a causa del cambiamento climatico indotto dall'uomo. Questa analisi, condotta dal gruppo World Weather Attribution (WWA), evidenzia come eventi meteorologici estremi stiano diventando una realtà sempre più pressante anche nelle regioni storicamente più fresche.

I paesi nordici, noti per i loro climi temperati, hanno registrato temperature eccezionalmente elevate. La Finlandia, in particolare, ha vissuto un periodo senza precedenti di 22 giorni consecutivi con temperature superiori ai 30°C. Allo stesso modo, la Norvegia ha registrato temperature oltre i 30°C per 13 giorni nella Circolo Polare Artico, un'anomalia significativa rispetto ai normali pattern climatici di luglio. Questi eventi hanno messo a dura prova le infrastrutture locali, spesso non progettate per sopportare tali condizioni, e hanno evidenziato la crescente vulnerabilità delle popolazioni, in particolare degli anziani, a temperature estreme.

I ricercatori del WWA hanno sottolineato che questi picchi termici sono una conseguenza diretta del riscaldamento globale, alimentato dalla combustione di combustibili fossili. Clair Barnes, ricercatrice presso il Centre for Environmental Policy dell'Imperial College London e autrice dello studio, ha affermato che "il cambiamento climatico sta fondamentalmente rimodellando il mondo in cui viviamo. Paesi dal clima freddo come Norvegia, Svezia e Finlandia stanno ora sperimentando livelli di calore a cui non sono abituati, come dimostrano i sistemi sanitari sotto pressione e gli avvistamenti di renne in cerca di ombra nelle aree urbane". Maja Vahlberg, consulente climatico presso la Croce Rossa Svedese, ha aggiunto che "le nostre infrastrutture non sono state costruite per resistere a queste temperature estreme e la nostra popolazione anziana è sempre più suscettibile al caldo pericoloso".

Le conseguenze di questa ondata di calore si sono estese ben oltre il disagio termico. I sistemi sanitari pubblici sono stati messi a dura prova, con ospedali sovraffollati e alcuni costretti a cancellare interventi chirurgici. Si è registrato un aumento dei casi di annegamento, con almeno 60 persone decedute a causa dell'incremento delle attività acquatiche. Inoltre, le condizioni di caldo e siccità hanno favorito la proliferazione di incendi boschivi e la fioritura di alghe tossiche nei laghi e nei mari. La fauna selvatica è stata anch'essa colpita duramente: le renne, in particolare, sono state avvistate nelle città in cerca di refrigerio e acqua, con segnalazioni di animali in difficoltà e un impatto negativo sui mezzi di sussistenza degli allevatori Sami.

L'analisi del WWA indica che eventi di questo tipo sono ora almeno dieci volte più probabili rispetto al passato e si prevede che la loro frequenza aumenterà ulteriormente. Se il riscaldamento globale dovesse raggiungere i 2.6°C entro il 2100, come attualmente proiettato, ondate di calore simili potrebbero verificarsi ogni due o tre anni, diventando significativamente più intense. Questo scenario sottolinea l'urgenza di implementare misure di mitigazione e adattamento efficaci per affrontare la crescente intensità e frequenza di tali eventi meteorologici estremi, trasformando queste sfide in opportunità per rafforzare la resilienza delle nostre società e dei nostri ecosistemi.

Fonti

  • Trn.mk

  • World Weather Attribution

  • Euronews

  • Phys.org

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