Recenti indagini geofisiche hanno rivelato l'esistenza di quattro significative camere magmatiche situate tra i 4 e gli 11 chilometri di profondità sotto il Parco Nazionale di Yellowstone. Queste riserve sotterranee sono composte principalmente da magma riolitico, noto per il suo potenziale di alimentare eruzioni esplosive. Una di queste tasche magmatiche identificate possiede un volume paragonabile a quello dell'eruzione di Mesa Falls, avvenuta circa 1,3 milioni di anni fa. Gli scienziati stanno osservando con particolare interesse la regione nord-orientale della caldera, dove il magma riolitico superficiale sembra interagire con il magma basaltico più profondo, un'interazione che potrebbe intensificare l'attività vulcanica nell'area.
Sebbene i ricercatori sottolineino che un'eruzione non sia imminente, riconoscono che i sistemi vulcanici sono dinamici e possono evolvere nel corso dei decenni. La storia geologica di Yellowstone è segnata da tre eruzioni maggiori negli ultimi 2,1 milioni di anni, ciascuna con impatti climatici globali significativi. Studi recenti indicano che il magma sotto Yellowstone si sta spostando lentamente verso nord-est, con una diminuzione dell'attività nella parte occidentale della caldera e un aumento della concentrazione di magma riolitico nelle aree più superficiali a nord-est. Questo spostamento è attribuito al movimento della placca nordamericana sulla sorgente di calore del "punto caldo" sottostante.
La comprensione della distribuzione e della composizione del magma è fondamentale per valutare i futuri rischi vulcanici. La ricerca ha confermato che la maggior parte del sistema magmatico è solida, con una percentuale di roccia fusa insufficiente a innescare un'eruzione esplosiva nel breve termine. La presenza di magma riolitico, tuttavia, indica il potenziale per future attività eruttive, sebbene non imminenti. La continua attività sismica e le deformazioni del suolo nel parco sono indicatori che il sistema vulcanico di Yellowstone rimane attivo e in evoluzione.