La Niña potenzia il potenziale degli uragani atlantici

Modificato da: Tetiana Martynovska 17

Nuove ricerche indicano che le condizioni di La Niña potrebbero rafforzare significativamente lo sviluppo degli uragani nell'Atlantico. Uno studio pubblicato sul Journal of Climate rivela che durante i periodi di La Niña, le onde orientali africane (AEW) diventano più forti, più umide e mostrano una maggiore attività temporalesca.

Queste AEW sono motori cruciali sia per le precipitazioni in Africa occidentale sia per la formazione degli uragani nel bacino atlantico. Le scoperte suggeriscono una correlazione diretta tra l'influenza di La Niña sulle AEW e una stagione potenzialmente più attiva di uragani. Utilizzando uno strumento di tracciamento sofisticato chiamato QTrack, sviluppato da Quinton Lawton, gli scienziati hanno analizzato oltre quarant'anni di dati meteorologici globali.

La ricerca, guidata da scienziati della University of Miami Rosenstiel School of Marine, Atmospheric, and Earth Science e dal National Center for Atmospheric Research (NCAR), evidenzia come il fenomeno El Niño-Southern Oscillation (ENSO) influenzi marcatamente il comportamento di queste onde. "Abbiamo scoperto che durante gli anni di La Niña, le AEW sono più forti, più umide e presentano una maggiore attività temporalesca rispetto agli anni di El Niño", ha affermato Quinton Lawton, scienziato presso l'NCAR.

Queste variazioni stagionali possono avere un impatto sui modelli meteorologici locali e contribuire a spiegare perché le stagioni degli uragani atlantici tendono ad essere più attive sotto l'influenza di La Niña. Brooke Weiser, che ha iniziato questa ricerca come progetto di ricerca undergraduate, ha sottolineato come il loro lavoro offra una climatologia dettagliata delle AEW, permettendo un esame più preciso delle loro caratteristiche e dei loro collegamenti con i pattern climatici.

La correlazione tra La Niña e un aumento dell'attività degli uragani nell'Atlantico è un fattore sempre più riconosciuto. Studi precedenti indicano che La Niña contribuisce a ridurre il wind shear (la variazione della velocità e della direzione del vento con l'altitudine) nella regione di sviluppo principale degli uragani nell'Atlantico. Un minor wind shear crea un ambiente più favorevole alla formazione e all'intensificazione dei cicloni tropicali. Inoltre, le condizioni associate a La Niña favoriscono un maggiore afflusso di umidità e aria instabile nei tropici, elementi essenziali per la crescita degli uragani.

La NOAA ha previsto una stagione degli uragani 2024 particolarmente attiva, citando temperature oceaniche record e lo sviluppo di La Niña come fattori chiave. Questo studio rafforza la comprensione di come questi pattern climatici globali si traducano in impatti concreti sulle nostre coste, offrendo strumenti preziosi per migliorare le previsioni stagionali e la preparazione alle catastrofi nelle regioni vulnerabili.

Fonti

  • Mirage News

  • University of Miami Rosenstiel School of Marine, Atmospheric, and Earth Science

  • Hurricanes RSMAS | Department of Atmospheric Sciences | University of Miami Rosenstiel School of Marine and Atmospheric Science

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