L'Artico sta vivendo un riscaldamento accelerato, circa tre volte più rapido rispetto alla media globale, con profonde ripercussioni sul suo ecosistema marino. Il fenomeno dell'"Atlantificazione", un processo in cui le acque più calde e salate provenienti dall'Atlantico influenzano sempre più l'ambiente artico, è al centro di nuove ricerche scientifiche. Questo afflusso di acque atlantiche, iniziato verso la fine del periodo preindustriale, si prevede continuerà, con l'influenza del dominio atlantico che dovrebbe raggiungere il suo apice intorno al 2060.
L'Atlantificazione sta alterando significativamente il sistema climatico dell'Artico, indebolendo la stratificazione dell'oceano e permettendo al calore di penetrare più in profondità, influenzando la formazione e la fusione del ghiaccio marino. Studi recenti indicano che questo processo si sta espandendo anche nelle regioni occidentali dell'Oceano Artico, un'area precedentemente meno studiata, con un aumento della temperatura e della salinità dell'acqua superficiale.
Il 2024 è stato confermato come l'anno più caldo mai registrato a livello globale, con temperature medie che hanno superato le medie del XX secolo di circa 1,29 gradi Celsius. Questo trend di riscaldamento è strettamente legato ai cambiamenti osservati nell'Artico, sollevando preoccupazioni riguardo alla possibilità di estati artiche prive di ghiaccio già a partire dal 2027. La perdita di ghiaccio marino estivo sta trasformando l'habitat da un "Artico bianco" a un "Artico blu", con conseguenze per la fauna selvatica e gli ecosistemi marini.
La velocità con cui il ghiaccio marino si sta sciogliendo è aumentata, con proiezioni che suggeriscono che le estati senza ghiaccio potrebbero diventare una realtà entro la metà del secolo, anche in scenari di riduzione delle emissioni. L'influenza delle acque atlantiche sull'Artico è un fattore chiave nel modellare il clima della regione. L'Atlantificazione non solo riscalda le acque superficiali, ma altera anche la salinità, indebolendo la stratificazione che normalmente separa le acque superficiali fredde e dolci da quelle più calde e salate in profondità.
Questo indebolimento della stratificazione crea un ciclo di feedback positivo: meno ghiaccio marino si forma in inverno e più ghiaccio si scioglie in estate, accelerando ulteriormente il riscaldamento. L'aumento della temperatura dell'oceano e la diminuzione del ghiaccio marino sono strettamente correlati, con un impatto diretto sulla vita marina, favorendo la migrazione di specie sub-artiche verso nord e potenzialmente espellendo le specie artiche indigene. L'aumento della temperatura superficiale del mare nell'Artico è stato osservato essere quasi quattro volte superiore alla media globale negli ultimi decenni, un fenomeno noto come amplificazione artica. Questo riscaldamento accelerato, guidato in parte dall'Atlantificazione, sta ridisegnando il panorama climatico dell'Artico e avrà ripercussioni a livello globale.