L'Isola di Montecristo, un inestimabile patrimonio di biodiversità situato nel Mar Tirreno, sta mostrando un impressionante recupero dei suoi equilibri naturali, risultato diretto di mirate e incisive operazioni di conservazione. Questo processo di risanamento, gestito e supervisionato dall'Unità Carabinieri per la Biodiversità, funge da esempio eloquente di come l'eliminazione di un singolo, cruciale fattore di squilibrio possa innescare una cascata di trasformazioni positive all'interno di un complesso ecosistema insulare. Il successo raggiunto a Montecristo evidenzia in modo netto l'efficacia di un intervento mirato per la salvaguardia di paesaggi unici e della loro vegetazione altamente specializzata.
Il punto di svolta fondamentale in questa rinascita ecologica è stato l'esito positivo della campagna di eradicazione del ratto nero invasivo (*Rattus rattus*), completata nel 2012. Questa azione, volta a rimuovere la principale fonte di predazione e disturbo, ha prodotto un beneficio immediato e tangibile sullo stato delle popolazioni di uccelli marini locali. In particolare, la Berta maggiore (nota anche come Berta di Cory) ha registrato un netto incremento nel successo riproduttivo. Il tasso di sopravvivenza dei pulcini ha raggiunto l'eccezionale percentuale dell'85%. Questo risultato numerico conferma inequivocabilmente che, una volta alleggerita la pressione predatoria esterna, i meccanismi intrinseci della natura sono in grado di riprendere la loro traiettoria di recupero e resilienza.
Il miglioramento delle condizioni ambientali e dell'habitat, conseguente alla scomparsa dei ratti, ha creato un contesto estremamente favorevole per la sopravvivenza e la fioritura della flora endemica, spesso estremamente rara, dell'isola. Tra le specie che hanno tratto il maggiore vantaggio da questo mutamento ecologico spicca il *Leontodon montecristensis*, una pianta la cui esistenza è intimamente connessa alle pareti rocciose più scoscese e inaccessibili di Montecristo. La sua rinnovata prosperità in queste nuove condizioni ambientali dimostra in maniera lampante come la liberazione del territorio da presenze nocive permetta alle forme di vita più uniche di riaffermare la propria posizione legittima all'interno dell'ecosistema.
Queste storie di successo nel ripristino ecologico di isole vulnerabili offrono lezioni preziose per la pratica della conservazione a livello internazionale. Ricerche condotte in altre aree geografiche, sempre focalizzate sulla Berta maggiore, indicano che l'eradicazione di altri mammiferi invasivi, come i conigli europei e i topi domestici, ha parimenti determinato un significativo aumento della sopravvivenza dei pulcini. In alcuni casi, sono stati osservati incrementi che oscillano tra il 23% e il 47% rispetto ai periodi precedenti l'attuazione degli interventi. Sebbene l'azione a Montecristo si sia concentrata specificamente sui ratti, il principio ecologico sottostante rimane universale: l'eliminazione di un fattore limitante e soppressivo sblocca il potenziale per una crescita biologica sostenibile.
L'Isola di Montecristo continua così a rappresentare un modello di riferimento globale, fornendo una prova concreta di come un'azione responsabile e scientificamente fondata possa fungere da catalizzatore per un profondo e duraturo risanamento della natura, rafforzando l'integrità ecologica dell'intero sistema isolano.