Zealandia, noto anche come Te Riu-a-Māui nella lingua Māori, sta emergendo dall'oblio grazie a un'impresa cartografica senza precedenti. Questo vasto frammento continentale, che si estende per circa 4,9 milioni di chilometri quadrati, è stato parte integrante del supercontinente Gondwana per centinaia di milioni di anni. La recente conclusione della mappatura completa di questa massa continentale quasi interamente sommersa, un'impresa che ha visto la collaborazione di scienziati internazionali, segna un punto di svolta nella nostra comprensione della geologia terrestre. La mappatura completa, conclusa nel 2023, ha permesso di delineare con precisione i confini di questa "ottava meraviglia" geologica, rivelando dettagli sulla sua struttura interna, inclusa la presenza di un "Median Batholith" di 4.000 chilometri, una spina dorsale di granito risalente a 100-250 milioni di anni fa.
Le origini di Zealandia sono profondamente intrecciate con la frammentazione di Gondwana, un processo iniziato circa 83-79 milioni di anni fa. Durante questo periodo di separazione, un'immensa regione vulcanica di circa 250.000 chilometri quadrati ha rilasciato magma che ha contribuito ad assottigliare la crosta continentale, facilitando la sua separazione dall'Antartide e dall'Australia. Questo processo, durato milioni di anni, ha portato Zealandia a separarsi completamente, con il Mar di Tasman che ha raggiunto la sua larghezza attuale circa 60 milioni di anni fa. La crosta di Zealandia, più sottile rispetto a quella della maggior parte dei continenti, ha contribuito alla sua progressiva sommersione, con circa il 94% della sua massa che ora giace sotto il livello del mare. Le uniche parti visibili di questo antico continente sono la Nuova Zelanda e la Nuova Caledonia. La comprensione di come la crosta continentale si assottiglia e si rompe, come dimostrato da Zealandia, fornisce un modello prezioso per studiare i processi tettonici globali. Il nome Māori, Te Riu-a-Māui, che significa "le colline, le valli e le pianure di Māui", aggiunge una dimensione culturale profonda a questa scoperta geologica, evocando la connessione ancestrale con la terra e il mare che ha plasmato questo continente.