Una scoperta archeologica di eccezionale importanza è emersa nella Regione del Kazakistan Occidentale, dove gli archeologi hanno portato alla luce circa 150 tumuli funerari antichi. Questo ritrovamento si configura come uno dei più significativi degli ultimi anni per il paese, offrendo nuove prospettive sulle prime civiltà della regione e sul ruolo formativo che essa ebbe per culture nomadi come gli Sciti e le tribù Saka.
Il sito archeologico si distingue per la notevole varietà di forme dei tumuli, che includono rare configurazioni rettangolari e a doppio anello interconnesso, strutture insolite nel panorama dell'archeologia della steppa eurasiatica. La tomba più imponente, caratterizzata da un fossato circolare che supera i 140 metri di diametro, suggerisce la sepoltura di un individuo di alto status sociale, potenzialmente un leader tribale o una figura di rilievo politico.
Le analisi preliminari collocano questi sepolcri nell'Età del Ferro Antica. La ricchezza di questo sito è ulteriormente sottolineata dalla diversità delle sue strutture sepolcrali. Mentre i tumuli circolari sono una caratteristica comune in molte culture antiche, la presenza di forme rettangolari e a doppio anello interconnesso rappresenta una rarità nell'archeologia della steppa eurasiatica. Questi complessi disegni funerari sono di fondamentale importanza per la comprensione delle pratiche di sepoltura, delle strutture sociali e dei modelli migratori delle popolazioni antiche.
La potenziale scoperta di manufatti intatti all'interno delle camere sepolcrali potrebbe fornire ulteriori dettagli sui sistemi di credenze, sulle reti commerciali e sull'artigianato delle antiche culture nomadi che un tempo abitavano le steppe kazake. La regione del Kazakistan Occidentale vanta un patrimonio archeologico di grande valore, spesso trascurato. Le vaste steppe kazake sono state crocevia di importanti rotte commerciali e culla di numerose civiltà nomadi, tra cui spiccano gli Sciti e i Saka.
Scoperte come questa rafforzano l'evidenza che l'Asia Centrale non fosse una zona periferica, ma un dinamico centro culturale che collegava Oriente e Occidente ben prima della fioritura della Via della Seta. Ulteriori lavori di scavo sono previsti a breve, con ricercatori internazionali che hanno espresso interesse a collaborare al progetto. La conservazione e lo studio accurato di questo sito potrebbero trasformarlo in un punto di riferimento fondamentale per l'archeologia della steppa eurasiatica.