L'acidificazione degli oceani ha superato una soglia critica di sicurezza, minacciando gli ecosistemi marini e la stabilità del pianeta. Un nuovo rapporto dell'Istituto di Ricerca sull'impatto climatico di Potsdam (PIK), pubblicato il 24 settembre 2025, evidenzia che la concentrazione di aragonite negli oceani è scesa sotto l'80% dei livelli preindustriali, segnando il superamento del settimo dei nove "confini planetari". Questi confini sono indicatori fondamentali per la stabilità terrestre e la sopravvivenza umana, e la loro violazione aumenta il rischio di cambiamenti ambientali irreversibili su vasta scala.
L'acidificazione, causata principalmente dall'assorbimento di anidride carbonica (CO2) derivante dalla combustione di combustibili fossili, ha reso la superficie oceanica circa il 30-40% più acida rispetto all'inizio dell'era industriale. Questo fenomeno compromette gli organismi marini che costruiscono gusci o scheletri di carbonato di calcio, come coralli, molluschi e plancton, essenziali per la catena alimentare e la sicurezza alimentare delle comunità costiere. Quando lo stato di saturazione dell'aragonite scende al di sotto di 1, i gusci iniziano a dissolversi, rendendo difficile la sopravvivenza di queste specie.
Oltre all'acidificazione degli oceani, altri sei confini planetari sono stati superati: cambiamento climatico, integrità della biosfera, uso del suolo, uso dell'acqua dolce, flussi biogeochimici e nuove entità. I due confini ancora non superati riguardano il carico di aerosol nell'atmosfera e il livello di ozono stratosferico. La situazione attuale sottolinea l'interconnessione dei sistemi terrestri e la necessità di un approccio olistico alle sfide ambientali.
Per contrastare l'acidificazione degli oceani, sono necessarie azioni urgenti come la drastica riduzione delle emissioni di CO2 e la transizione verso energie rinnovabili. L'entrata in vigore del Trattato sull'Alto Mare, avvenuta il 19 settembre 2025, rappresenta un passo importante verso la protezione della biodiversità marina in aree al di là della giurisdizione nazionale, creando un quadro giuridico vincolante per la conservazione e l'uso sostenibile degli oceani. Tuttavia, è fondamentale un'azione più rapida e coordinata per mitigare gli effetti dell'acidificazione e preservare la biodiversità marina, altrimenti si rischia il collasso delle fondamenta del nostro mondo vivente.