Il 7 luglio 2025, le borse statunitensi si preparano ad aprire in leggero calo, in un clima di crescente incertezza legata alle politiche commerciali degli Stati Uniti. Un quadro che ricorda le tensioni economiche che, nel corso della storia, hanno spesso influenzato anche i mercati europei e italiani, mettendo alla prova la stabilità finanziaria globale.
Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha annunciato una proroga delle tariffe doganali, originariamente previste per il 9 luglio, fino al 1° agosto per quei Paesi che non hanno ancora concluso accordi commerciali definitivi. Questa decisione ha avuto ripercussioni sul prezzo dell'oro, che ha subito un calo dello 0,6%, attestandosi a 3.314,21 dollari l'oncia, cifra che può interessare anche gli investitori italiani attenti alla tutela del proprio patrimonio in tempi incerti.
Il Presidente Trump ha imposto un dazio del 10% ai Paesi che si schierano contro le politiche americane, in particolare nei confronti dei BRICS. In risposta, molte aziende cinesi stanno deviando le esportazioni verso il Sud-Est asiatico, con un aumento del 30% delle esportazioni verso il Vietnam dal maggio 2024. Questo fenomeno richiama alla mente le complesse dinamiche commerciali che hanno coinvolto l'Italia in passato, quando le rotte e le alleanze si sono modificate per adattarsi a nuove sfide economiche.
Il rinvio dell'applicazione delle tariffe fino al 1° agosto e le trattative commerciali in corso avranno un impatto significativo sulla stabilità economica mondiale. L'interazione tra politiche commerciali e risultati aziendali, che si attendono con la stagione degli utili del primo trimestre dell'anno fiscale 2026, influenzerà l'andamento dei mercati nelle prossime settimane, un momento di attenzione anche per gli investitori italiani che guardano con apprensione al futuro.