Il linguista John McWhorter ha riaperto un dibattito sull'identità delle persone di origine africana negli Stati Uniti, suggerendo di preferire il termine "nero" a "afroamericano".
In un articolo d'opinione pubblicato sul New York Times, McWhorter ha motivato la sua proposta sostenendo che il legame culturale con l'Africa si è affievolito per molti. Ha paragonato la situazione a quella degli italoamericani, i cui legami con l'Italia sono più diretti.
La riflessione di McWhorter si inserisce in un contesto più ampio riguardante l'evoluzione delle etichette identitarie in una società in trasformazione. La scelta delle parole è tutt'altro che neutra, influenzando la percezione e l'autoconsapevolezza.
Un sondaggio del Pew Research Center del 2019 ha rivelato che il 75% degli adulti neri negli Stati Uniti preferisce essere chiamato "nero", mentre solo il 18% opta per "afroamericano". Questo dato evidenzia l'importanza di considerare le preferenze delle persone direttamente interessate.
La proposta di McWhorter invita a riflettere su come il linguaggio possa influenzare il senso di appartenenza e di comunità. Il dibattito sull'uso dei termini "nero" e "afroamericano" mette in luce la complessità dell'identità in un mondo globalizzato.