Il 23 luglio 2025, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha emesso un parere consultivo che stabilisce l'obbligo legale per tutti gli stati di affrontare il cambiamento climatico. La corte ha stabilito che gli stati hanno l'obbligo di proteggere l'ambiente dalle emissioni di gas serra e di agire con diligenza e cooperazione per adempiere a tale obbligo.
La decisione arriva in seguito a una richiesta dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e a una campagna di attivisti e nazioni insulari. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha definito la sentenza una vittoria storica per il pianeta, per la giustizia climatica e per il potere dei giovani.
La corte ha affermato che un ambiente sano è un diritto umano e che gli impatti del cambiamento climatico sui diritti umani richiedono misure di mitigazione e adattamento. La sentenza sottolinea l'importanza della cooperazione globale e chiama in causa la responsabilità degli stati di ridurre le emissioni.
La corte ha inoltre stabilito che la mancata adozione di misure appropriate per proteggere il sistema climatico dalle emissioni può costituire una violazione del diritto internazionale. Gli stati potrebbero essere tenuti a cessare la condotta illecita, offrire garanzie di non ripetizione e fornire piena riparazione a seconda delle circostanze.
La sentenza fa riferimento all'Accordo di Parigi, che mira a limitare l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, con l'obiettivo di raggiungere 1,5 gradi Celsius. La corte ha affermato che gli obiettivi dell'Accordo di Parigi devono essere la base di tutte le politiche climatiche.
Questa decisione potrebbe portare a potenziali azioni legali contro gli stati che non riescono a prevenire i danni climatici. La corte ha osservato che le emissioni di gas serra causate dall'uomo sono la causa principale del cambiamento climatico e che un ambiente pulito, sano e sostenibile è un diritto umano.