Kyiv ha fermamente respinto una proposta di cessate il fuoco avanzata dalla Russia, che subordinava la fine delle ostilità alla cessione di un ulteriore 30% della regione di Donetsk. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che tali concessioni territoriali sarebbero incostituzionali e aprirebbero la strada a future aggressioni russe, ribadendo l'inaccettabilità di cedere territori ucraini senza adeguate garanzie di sicurezza.
L'Unione Europea ha espresso un forte sostegno all'integrità territoriale dell'Ucraina, affermando che qualsiasi percorso verso la pace deve includere la partecipazione di Kyiv e che i confini internazionali non possono essere modificati con la forza. Ventisei leader dell'UE hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta in tal senso, con la sola eccezione dell'Ungheria. Nel frattempo, le forze russe hanno intensificato la loro offensiva nell'Ucraina orientale, con avanzamenti significativi riportati nei pressi della città di Pokrovsk. L'Institute for the Study of War (ISW) ha notato che la Russia potrebbe cercare di sfruttare la penetrazione tattica per ottenere un avanzamento a livello operativo, con l'obiettivo di presentare il controllo sui territori occupati come un fatto compiuto. Il summit Trump-Putin, previsto per il 15 agosto 2025 ad Anchorage, Alaska, solleva preoccupazioni tra i leader europei riguardo a una possibile pressione su Kyiv per accettare concessioni territoriali, data l'esclusione dell'Ucraina dai colloqui diretti.