Il tema delle deportazioni di migranti afghani dall'Iran nel 2025 solleva importanti questioni economiche che meritano un'attenta analisi. La crescente pressione sulle risorse iraniane, aggravata dalle tensioni geopolitiche, ha portato a un aumento significativo dei rimpatri forzati.
Secondo recenti stime, oltre 500.000 afghani sono stati espulsi dall'Iran dall'inizio del 2025. Questo esodo di massa ha un impatto diretto sull'economia afghana, con un aumento del tasso di disoccupazione e una diminuzione dei trasferimenti di denaro dall'estero, fondamentali per molte famiglie.
L'analisi dei dati economici rivela che i rimpatri hanno causato un calo del PIL pro capite in Afghanistan, stimato in circa il 2%. Inoltre, l'aumento della concorrenza per le risorse scarse, come l'alloggio e il lavoro, ha fatto aumentare l'inflazione, colpendo soprattutto i più vulnerabili.
Le implicazioni economiche si estendono anche all'Iran. L'accoglienza e il mantenimento dei migranti afghani rappresentavano una spesa significativa per il governo iraniano, che ora si trova ad affrontare costi aggiuntivi per la sicurezza e il controllo delle frontiere. L'impatto economico è amplificato dalle sanzioni internazionali e dalle difficoltà nel commercio.
La situazione richiede un'azione coordinata a livello internazionale. Gli aiuti umanitari devono essere diretti non solo ai rifugiati, ma anche alle comunità che li accolgono. Solo attraverso una cooperazione globale sarà possibile mitigare le conseguenze economiche e umanitarie di questa crisi.