A giugno 2025, Marc Benioff, il carismatico CEO di Salesforce, ha annunciato che l'intelligenza artificiale (IA) oggi si occupa tra il 30% e il 50% del carico di lavoro dell'azienda.
Un passo importante che segna l'avvio di una vera e propria "rivoluzione del lavoro digitale", capace di trasformare compiti che vanno dalla scrittura di codice all'assistenza clienti. Non si tratta solo di efficienza: è una trasformazione profonda nel modo in cui concepiamo il lavoro, un cambiamento che richiama le grandi rivoluzioni industriali che hanno plasmato la nostra storia e le nostre tradizioni.
I sistemi di IA gestiscono attività complesse come la programmazione e le interazioni con i clienti, sollevando interrogativi sulla scalabilità e affidabilità. Salesforce sta affrontando queste sfide perfezionando i modelli di IA e integrandoli con la supervisione umana, un equilibrio che ricorda il valore del lavoro artigianale italiano, dove tecnologia e mano esperta si fondono per creare bellezza e qualità.
L'adozione dell'IA stimola un dibattito acceso sull'impatto occupazionale e sulla necessità di nuove competenze, un tema sentito in molte regioni d'Italia, dove tradizione e innovazione si incontrano. Benioff immagina l'IA come un fattore che trasformerà il lavoro in tutti i settori, portando efficienza ma anche la necessità di nuovi codici etici, un richiamo alla responsabilità sociale e al rispetto delle persone, valori profondamente radicati nella cultura italiana.
La sfida più grande è saper cogliere questa rivoluzione senza perdere di vista l'umanità, garantendo che i benefici dell'IA siano condivisi equamente tra lavoratori e società, proprio come la nostra cultura ci insegna a valorizzare il bene comune e la solidarietà tra le generazioni.