La 19a Biennale Architettura di Venezia, in programma dal 10 maggio al 23 novembre 2025, presenterà l'opera dell'architetto svizzera Lisbeth Sachs (1914-2002) all'interno del Padiglione Svizzero. La mostra, intitolata "La forma finale è determinata dall'architetto in loco", è curata dal collettivo Annexe.
La mostra esplora la domanda: "E se Lisbeth Sachs, invece di Bruno Giacometti, avesse progettato il Padiglione Svizzero?" Questo interrogativo ha portato alla ri-creazione dell'effimera Kunsthalle Sachs creata per l'Esposizione svizzera del lavoro femminile (SAFFA) del 1958 a Zurigo. I curatori hanno mirato a far rivivere questo spazio artistico temporaneo per evidenziare l'assenza storica di donne architetto nei Giardini della Biennale.
Lisbeth Sachs, una pioniera tra le donne architetto in Svizzera, si è laureata all'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo nel 1939. Il suo approccio architettonico era inclusivo e attento alle risorse, considerando il suo ruolo come un ponte tra le condizioni ambientali e le persone coinvolte nel progetto.
Annexe ha collaborato con Axelle Stiefel ed Emma Kouassi per creare una "memoria spaziale frammentata e immersiva", inclusa un'installazione sonora che ha trasformato il padiglione in un'esperienza multisensoriale. Questa iniziativa mirava a sottolineare l'importanza dell'inclusione nella storia dell'architettura e a sfidare le persistenti disuguaglianze di genere nella professione.
La 19a Biennale Architettura di Venezia, organizzata da Carlo Ratti, ha come tema "Intelligens", esplorando l'intelligenza naturale, artificiale e collettiva per affrontare le sfide climatiche. La mostra svizzera si allinea a questa dinamica reinterpretando l'architettura biomorfica di Lisbeth Sachs, una pioniera nel suo campo, ed enfatizzando l'importanza di riconoscere le donne nella storia dell'architettura.