Un recente studio archeologico suggerisce che gli egittologi potrebbero aver interpretato erroneamente l'uso del loto blu psicoattivo nell'antico Egitto. Per decenni, è stato ipotizzato che immergere queste ninfee nel vino rilasciasse proprietà psichedeliche utilizzate in rituali risalenti a 3.000 anni fa. Liam McEvoy, dell'UC Berkeley, ha confrontato piante autentiche coltivate nel Giardino Botanico dell'Università della California con campioni venduti online, scoprendo che sono specie diverse. Lo studio suggerisce anche che il metodo di consumo, che si credeva fosse l'immersione nel vino, potrebbe essere impreciso. La ricerca di McEvoy fa luce sull'importanza del loto blu nella cultura dell'antico Egitto, in particolare sul suo ruolo nel Festival Hathorico dell'Ebbrezza, dove i partecipanti cercavano visioni della dea Hathor. L'analisi chimica ha rivelato livelli più alti dell'alcaloide psicoattivo nuciferina nel loto blu egiziano verificato rispetto ai campioni online, indicando che i fiori venduti online sono visivamente simili ma non psicoattivi.
Studio Archeologico Rivela Interpretazioni Errate dell'Uso del Loto Blu nell'Antico Egitto nei Rituali
Modificato da: Ирина iryna_blgka blgka
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