Una recente ricerca scientifica ha portato alla luce un antico segreto celato negli abissi marini: squali e razze possiedono il sistema di cromosomi sessuali vertebrati più antico conosciuto. Questa scoperta rappresenta un importante passo avanti nella comprensione dell'evoluzione e nella protezione di queste creature.
Lo studio indica che il cromosoma X di squali e razze risale a circa 300 milioni di anni fa. Il cromosoma Y, presenta una composizione genetica differente, caratterizzata da un minor numero di geni e sequenze più ripetitive, il che suggerisce una storia evolutiva distinta.
Il meccanismo di determinazione del sesso in queste specie si distingue da quello dei mammiferi. A differenza dei mammiferi, che si basano sulla presenza o assenza del cromosoma Y, squali e razze utilizzano un meccanismo dose-dipendente. La quantità di geni espressi sul cromosoma X, come Acvr1b e Igfbp6, determina il sesso dell'animale.
Ulteriori analisi hanno rivelato che squali e razze non compensano pienamente la differenza nel numero di cromosomi X tra maschi e femmine. Alcuni geni sul cromosoma X sono espressi in misura maggiore nelle femmine, ma l'espressione genica complessiva non è perfettamente bilanciata tra i sessi.
La ricerca evidenzia la vulnerabilità di alcune specie di squali, come lo squalo bianco (Carcharodon carcharias). Lo squalo bianco è attualmente minacciato e rientra tra le specie protette dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES). Strumenti innovativi aiutano gli scienziati a determinare il sesso degli squali senza danneggiarli, un passo cruciale per la conservazione.
La longevità di alcune specie di squali, come lo squalo della Groenlandia, che può vivere fino a 400 anni, dimostra la loro capacità di adattamento e la loro resilienza. Uno studio internazionale ha mappato per la prima volta il genoma dello squalo della Groenlandia, facendo luce sui meccanismi molecolari associati alla longevità di questa specie. Il genoma di questo squalo, con 6,5 miliardi di paia di basi, è il doppio di quello umano.
La conservazione di queste specie rappresenta un atto di rispetto verso la storia della vita stessa.