Il settore manifatturiero cinese ha registrato una contrazione per il quarto mese consecutivo a luglio 2025, con l'indice PMI (Purchasing Managers' Index) sceso a 49,3. Questo dato, pubblicato dall'Ufficio nazionale di statistica cinese, è inferiore alle aspettative del mercato, che prevedevano un valore di 49,7, secondo un sondaggio Reuters.
Un valore PMI inferiore a 50 indica una contrazione dell'attività manifatturiera. L'indice non manifatturiero, che include i settori delle costruzioni e dei servizi, è sceso a 50,1, segnalando un rallentamento anche in questi settori.
La contrazione del settore manifatturiero è attribuita a diversi fattori, tra cui il calo delle esportazioni e una domanda interna ancora debole. Zhao Qinghe, statistico dell'Ufficio nazionale di statistica, ha indicato anche fattori stagionali, le alte temperature, le forti piogge e le inondazioni in alcune regioni come cause del declino del PMI.
Nonostante la contrazione del settore manifatturiero, l'economia cinese ha registrato una crescita del 5,2% nel secondo trimestre del 2025. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita annuale per la Cina al 4,8%, riconoscendo una performance più forte del previsto nella prima metà dell'anno. La crescita globale è prevista al 3,0% nel 2025 e al 3,1% nel 2026.
Le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti continuano a rappresentare una sfida. Tuttavia, vi sono segnali di distensione, con una pausa tariffaria di 90 giorni in scadenza il 12 agosto 2025. I negoziati commerciali tra i due paesi sono in corso, con l'obiettivo di estendere la tregua tariffaria.
Il FMI ha osservato che la crescita cinese è stata sostenuta dalle esportazioni, grazie anche a un deprezzamento dello yuan. Tuttavia, la domanda interna rimane relativamente debole.
Il governo cinese sta implementando misure per sostenere i consumi interni e affrontare le sfide strutturali dell'economia.